Quali sono i tipi di chirurgia mammaria secondaria
Esistono diversi tipi di chirurgia mammaria secondaria, a seconda del problema che deve essere corretto.
I tipi più comuni di chirurgia mammaria secondaria includono:
- La revisione della mastoplastica additiva: è l’intervento più comune. Viene eseguito per correggere un risultato non soddisfacente di un intervento di mastoplastica additiva, come una protesi mal posizionata o rotta.
- La revisione della mastopessia: è l’intervento eseguito per correggere un risultato non soddisfacente di un intervento di mastopessia, come un seno non sufficientemente sollevato o un capezzolo non correttamente posizionato.
- La revisione della mastoplastica riduttiva: è l’intervento eseguito per correggere un risultato non soddisfacente di un intervento di mastoplastica riduttiva, come un seno non sufficientemente piccolo o un capezzolo non correttamente posizionato.
Come si svolge la chirurgia mammaria secondaria negli studi del Dottor Meoli a Lugano, Locarno e Lucerna e quali sono i motivi principali
Molto spesso, un secondo intervento chirurgico, specie a seguito di una mastoplastica additiva, risulta necessario per sostituire le protesi. Quali sono i casi in cui è necessaria la sostituzione delle protesi? Eccone alcuni: rippling, contrattura capsulare, dislocazione delle protesi, scivolamento delle protesi, doppio solco. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Sostituzione delle protesi a seguito del Rippling o “increspatura”
Il termine “rippling” indica un fenomeno di increspatura o ondulazione che si manifesta un po’ di tempo dopo un intervento di mastoplastica. In questi casi come si procede? Il chirurgo procede con una rimozione o sostituzione delle protesi per risolvere il problema o, in alternativa, potrebbe eseguire un lipofilling per correggere le imperfezioni causate dalla prima mastoplastica additiva non riuscita.
Sostituzione delle protesi a seguito di una contrattura capsulare
Tra le complicanze più comuni dell’intervento di mastoplastica additiva c’ è la contrattura capsulare, caratterizzata dalla formazione di una fibrosi che “incapsula” la protesi, causando un indurimento anomalo e inaspettato o un’asimmetria nella forma del seno. Come ci si accorge di questo? Come già detto, si può vedere un’asimmetria evidente o si percepisce il seno più rigido del solito. Inoltre, questa condizione può provocare dolore, spesso localizzato in una delle due mammelle. La contrattura capsulare può manifestarsi in tempi variabili, da pochi mesi a diversi anni dopo l’intervento.
Sostituzione delle protesi a seguito di una dislocazione delle protesi
La dislocazione delle protesi si può verificare a seguito di una eccessiva sollecitazione muscolare. Cosa si verifica? Generalmente la protesi può spostarsi verso l’alto o il basso; anche se la variazione è minima, potrebbe alterare significativamente la simmetria del seno.
Sostituzione delle protesi a seguito di uno scivolamento delle protesi
A seguito di una mastoplastica additiva, potrebbe verificarsi uno scivolamento delle protesi in una posizione troppo bassa rispetto all’areola e al solco mammario. Non è una conseguenza molto frequente; risulta essere comune solo in coloro che hanno una eccessiva lassista cutanea. Il seno appare asimmetrico e visibilmente innaturale. Lo scivolamento è più frequente quando le protesi sono posizionate sotto il muscolo o se sono di dimensioni eccessive rispetto al torace.
Sostituzione delle protesi a seguito di un doppio solco
Altra complicanza che potrebbe verificarsi a seguito di una mastoplastica additiva è la presenza di un “doppio solco”, ovvero un inestetismo caratterizzato da uno “scalino” nel polo inferiore della mammella che può avere uno spessore da 1 a 3 cm. In questo caso sarà visibili sia il solco originario che un secondo solco, causato da un difetto di copertura della protesi dalla ghiandola.
Questo può derivare dalla presenza di mammelle poco sviluppate nel polo inferiore (mammella tuberosa) o dalla perdita di volume dei tessuti mammari nel tempo, come per riduzione di peso, allattamento o disturbi ormonali.
Chirurgia mammaria secondaria: durata ed indicazioni generali
La chirurgia mammaria secondaria viene eseguita in anestesia generale e dura circa 1-3 ore a seconda del caso e del tipo di intervento. Il chirurgo plastico esegue delle incisioni nel seno per correggere il problema che deve essere risolto. Una volta risolto il problema, il chirurgo plastico richiude le incisioni con punti di sutura. Tali interventi possono essere eseguiti non prima di sei mesi dall’intervento precedente. Per quando riguarda i risultati della chirurgia mammaria secondaria, dopo l’intervento, variano a seconda del problema che deve essere corretto. In generale, l’obiettivo di tali interventi, è quello di correggere un’imperfezione, di eliminare un fastidio o dolore, e di ripristinare lo stato di salute e di benessere della paziente. Per ottenere risultati soddisfacenti, si affrontano con il Dottor Meoli in fase di consulenza le necessità e i cambiamenti da apportare.
I rischi e le complicazioni della chirurgia mammaria secondaria
La chirurgia mammaria secondaria è un intervento chirurgico e come tale potrebbe comportare i suoi rischi. Le complicanze, durante un intervento di questo tipo, possono essere:
- Infezione
- Emorragia
- Sensazione di intorpidimento o formicolio
L’intervento di chirurgia mammaria secondaria, eseguito negli studi del Dottor Meoli nelle zone del Canton Ticino e Lucerna, è un intervento di chirurgia mammaria importante, proprio perché risolve un problema più o meno evidente.
Se hai affrontato un intervento di mastoplastica additiva, mastopessi o mastoplastica riduttiva e vorresti apportare alcune modifiche, contatta il Dottor Martino Meoli per una consulenza. Il Dottor Meoli ti illustrerà tutte le possibilità e ti aiuterà a scegliere l’opzione che meglio risponde alle tue esigenze.